Le macchie brune
della pelle sono delle forme di iperpigmentazione localizzata
La maggior parte delle macchie scure della pelle sono
causate da una produzione in eccesso di melanina. Possono essere diffuse o
localizzate, principalmente sul viso e sul dorso delle mani.
La melanina è un pigmento responsabile del colore in vari
distretti e strutture corporeee, come i capelli, la pelle e l’iride degli
occhi.
Il colore della pelle va dall’alabastrino del cadavere al
nero di certe tribù africane: è la quantità di melanina che fa la differenza.
Il colore dei capelli va dal bianco canuto al nero quasi
bluastro: è la quantità di melanina che fa la differenza.
Il colore degli occhi va dall’azzurro acqua al nero in cui
quasi non si vede la pupilla: è la quantità di melanina che fa la differenza.
Le persone anziane tendono a “schiarire” i propri colori
connotativi, perché la quantità di melanociti attivi si riduce.
La totale mancanza di melanina è un’ aberrazione
cromosomica che determina, fra le altre manifestazioni, il fenomeno
dell’albinismo
IInfatti la funzione
dei melanociti è quella di produrre melanina, cioè indurre il processo di melanogenesi, che a sua volta è
regolato dall’ormone melanotropo, prodotto
dall’ipofisi e sotto l’azione
dell’ormone adrenocorticotropo prodotto dal surrene.
La produzione di melanina può essere stimolata da fattori
endogeni fisiologici (regolati geneticamente come fattori razziali) ed esogeni, ed esistono
due livelli di melanogenesi: quello basale e quello attivato.
In genere chi ha i colori chiari ha il
livello basale abbastanza basso.
-Basale: significa fisiologico, è la normale
melanogenesi giornaliera che in ogni persona dà il colore proprio
-Attivata: significa
non fisiologica, ma dipendente da fattori esterni o disequilibri interni.
Fattori endogeni possono essere una risposta immunitaria ad
alcune infezioni, o ad un’interazione con alcuni farmaci. Ancora, il melasma
gravidico è il classico “residuo” di un’iperpigmentazione da squilibrio
ormonale, visto gli ormoni coinvolti nella melanogenesi e le tempeste ormonali
a cui in gravidanza si è soggette.
Fattori esogeni sono invece cause esterne, quali l’esposizione
al sole o un’infiammazione: tipico esempio sono le macchie post-acne: quando il
brufolo se ne va, spesso lascia dietro di sé una macchiolina scura.
La
melanogenesi avviene attraverso l’inserimento di granuli di melanina, da parte
del melanocita, in vescicole chiamate melanosomi.
Questo
processo, che abbiamo visto, avviene negli strati profondi dell’epidermide.
I melanosomi vengono poi trasferiti
all’interno di altre cellule dell’epidermide, più superficiali.
Questo perchè il processo di melanogenesi
ha lo scopo di proteggere l’ipoderma, lo strato sotto il derma che a sua volta
è sotto l’epidermide, da aggressioni esterne: infatti i melanosomi si
dispongono attorno al nucleo della cellula a protezione del DNA, contenuto nel
nucleo stesso, da mutazioni che potrebbero venire indotte dalle radiazioni
solari.
Il colore della Melanina è scuro, al fine di assorbire le
radiazioni UV e bloccarne il passaggio agli strati sottostanti.
Generalmente ci sono fra i 1000 e i 2000 melanociti per mmq
di pelle, e i melanociti sono fra il 5 e il 10% dello strato basale dell’epidermide.
La differenza di pigmentazione fra un individuo e l’altro
non è dovuta al numero di melanociti, tutte le razze e gli individui ne hanno
un numero analogo, ma dal livello di attività del melanocita nel produrre
melanina.
Come si forma la
melanina (e le macchie conseguenti)
La melanina è il risultato di un processo di doppia ossidazione
(perdita di un elettrone) seguito da una polimerizzazione della tirosina,
grazie all’intervento di un enzima, la Tirosinasi (quella di cui sono mancanti gli
albini, che infatti hanno i melanociti tanto quanto gli altri, ma non avendo
questo enzima, non convertono la tirosina in melanina).
L’
enzima tirosinasi viene prodotto dai melanociti stessi sotto l’azione dei raggi
UV, si avvolge alla tirosina e migra verso il melanosoma, dove avviene la
trasformazione della tirosina (incolore) in melanina (marrone scuro).
Questo
processo richiede un po’ di tempo, fra l’attivazione dell’ormone melanotropo,
l’intervento del surrene, la sintesi di tirosinasi, il suo aggancio con la
tirosina, la migrazione nel melanosoma e finalmente l’ossidazione e
polimerizzazione della tirosina in melanina: è uno dei motivi per cui i primi
giorni di esposizione al sole ci si scotta.
Fra
l’altro, il processo completo dura 28 giorni.
Questo
comporta due aspetti: uno piacevole, e uno meno.
Quello
piacevole è che l’abbronzatura dura almeno 28 giorni dall’ultima esposizione.
Il ciclo
vitale della pelle, che si rinnova appunto in 28 giorni, fa si che, terminato
il periodo in cui la pelle lavora per proteggersi, ricominci a generare cellule
senza necessità di essere protette dalla melanina, per cui, man mano che le
cellule con il nucleo “melaninizzato” vengono eliminate, vengono sostituite da
cellule senza melanina.
E in 28
giorni l’abbronzatura si attenua fino a comparire.
A volte
però, per diversi motivi (età che avanza, esposizione al sole durante
gravidanza o trattamenti farmacologici, uso di prodotti fotosensibilizzanti)
l’eliminazione dell’abbronzatura non è uniforme, ma rimangono in alcuni punti
degli agglomerati di melanina che non sono stati sostituiti da pelle nuova. E
queste sono le detestate macchie, chiamate elegantemente discromie.
Quindi,
parlando dell’aspetto meno piacevole, se c’è una macchia, per eliminarla ci
vogliono 28 giorni. Almeno 28 giorni per vedere qualcosa.
Il prodotto
cosmetico che si prefigge di eliminare le macchie, applicato oggi, darà il suo
primo risultato visibile fra 28 giorni.
Il
cosmetico agisce in superficie, quindi sulla melanina che è già sulla
superficie della pelle, quella che si è formata 28 giorni fa, ma oggi se ne sta
già producendo dell’altra, quella che si manifesterà fra 28 giorni, e anche su questa ci vuole l'azione di altri principi attivi.
Infatti i
cosmetici contro le macchie contengono principalmente anti ossidanti ed ingredienti
in grado di inibire o comunque limitare l’azione dell’enzima.
.
Gli anti
ossidanti agiscono revertendo le reazioni di ossidazione, una delle quali,
guarda caso, è proprio l’ossidazione di tirosina in melanina.
Altri ingredienti
molto utilizzati per l’azione contro le macchie sono quelli capaci di inibire
l’azione della tirosinasi: niente tirosinasi, niente conversione da tirosina a
melanina.
Perciò, un
prodotto antimacchie per avere una buona azione deve agire su diversi processi:
1-
Fermare la trasformazione di tirosina in melanina, agendo
da inibitore sull’enzima responsabile della reazione
2-
Indurre la reazione opposta all’ossidazione (si chiama
riduzione) da melanina marrone a tirosina incolore.
3-
Favorire il rinnovamento cellulare in modo da ridurre il
più possibile in superficie l’agglomerato di melanina
Un
cosmetico non cancella le macchie come il Vanish, le trasforma da agglomerati
colorati pieni di melanina marrone in invisibili accumuli di tirosina incolore.
Però
l’accumulo resta lì, latente.
Magari
ridotto in dimensioni e in numero di molecole pronte a convertirsi, ma resta.
Questo
è il motivo per cui l’estate successiva è facile che, dove c’era una macchia
che si vedeva prima di trattarla, questa ricompaia, più piccola, più chiara, ma
torni.
Generalmente
ci vogliono due inverni di uso costante di prodotto contro le macchie perché
questa non ricompaia più.
Non aspettiamoci un candeggio istanataneo.
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