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venerdì 16 maggio 2014

Il bollino

Nei nostri post attenti al lupo e il bio non esiste? abbiamo fatto riferimento al Biodizionario dando per scontato che ci leggesse lo conoscesse.
Abbiamo scoperto che non è così, e spendiamo dunque due parole sull'argomento.


Il Biodizionario è l'opera (per il momento unica, in certe cose noi italiani siamo bravi) del dott. Fabrizio Zago, chimico, da sempre interessato a stili di vita più sostenibili. Per cui si occupa di detersivi, di ambiente in generale, sotto tutti gli aspetti, e anche di cosmetici.

Poichè ogni cosa è chimica, come abbiamo illustrato qui, il Dott. Zago ha stilato un elenco di composti chimici valutandone il loro impatto sull'ambiente.
Al fine di rendere semplice la comprensione anche ai non addetti ai lavori che davanti a nomi apparentemente astrusi non sarebbero in grado di farsi un'opinione, le diverse sostanze sono valutate con bollini (o semafori) verdi, gialli e rossi: da doppio verde che indica il composto ottimo, al doppio rosso che significa che la sostanza è da evitare accuratamente.

E' un'opera in continua evoluzione, perchè in continua evoluzione sono le informazioni riguardanti le diverse sostanze: ogni giorno vengono pubblicate ricerche che determinano la dannosità o l'innocouità di diversi composti e questo fa sì che le classificazioni possano variare.

E' anche un'opera di notevole mole e impegno: le sostanze catalogate sono migliaia, anche se, visto il numero di sostanze esistenti e continuamente valutate dal punto di vista cosmetologico, è certamente e ovviamente incompleto, ma si arricchisce con il tempo di nuove informazioni.

E' utile il biodizionario? Si certo.
Lo è per tutti, anche per il cosmetologo che vuole formulare con determinati criteri, soprattutto perchè serve per riflettere sul perchè a un ingrediente è stato attribuito un colore che magari il cosmetologo non condivide, ma si chiede perchè non lo condivide.
Il corretto uso che il cosmetologo fa del biodizionario è in ottica ecologica, non per garantire un prodotto sicuro per la salute umana: per quello c'è la legge che regolamenta l'uso degli ingredienti (vietati, limitati).

Quindi.

Come in tutte le cose, è opportuno usare misura.
La valutazione del biodizionario è principalmente di tipo ambientale: un ingrediente con impatto ambientale importante, che sia per la non biodegradibilità, o perchè proveniente da pratiche cruente nei confronti di animali o rischio estinzione di vegetali o con processi produttivi tutt'altro che compatibili con l'ambiente, è classificato con bollini rossi, mentre magari per la salute umana è assolutamente sicuro.
Inoltre, ma non potrebbe essere diversamente, il composto è valutato tal quale, in senso assoluto, senza tenere conto del tipo di prodotto in cui viene inserito (e in effetti sarebbe impossibile valutare un ingrediente in funzione delle migliaia di variabili di formulazioni in cui potrebbe essere utilizzato).

Questo per dire che il bollino ha un valore indicativo, non un valore assoluto a prescindere.
Il colore del bollino serve per far riflettere su un ingrediente.
Invece capita a volte di vedere degli ottimi prodotti radiografati con il biodizionario e cassati brutalmente solo perchè c'è un ingrediente con il bollino "sbagliato" in fondo alla composizione.
Certe persone che ragionano solo in funzione del colore del bollino, asseriscono "non comprerò mai questo prodotto" perchè c'è un ingrediente (uno) con il bollino rosso. Senza chiedersi perchè ci sia, o se ci siano alternative altrettanto efficaci a quell'ingrediente.

Questo non è il modo corretto di ragionare, a maggior ragione quando di chimica e cosmetologia si sa poco o niente.
Il motivo per cui c'è una sostanza sgradita possono essere molteplici, alcune delle quali, magari, del tutto involontarie per il formulatore. Per esempio la assoluta necessità di utilizzare proprio quell'ingrediente per la mancanza, allo stato attuale, di alternative.

Al contrario, abbiamo notato prodotti con ingredienti tutti con i bollini verdi, che fanno andare in visibilio coloro che valutano il prodotto solo attraverso il biodizionario, ma che poi a un occhio esperto rivelano contenere... niente. O comunque poco. O, ancora, la bollinatura tutta verde potrebbe nascondere un prodotto tutto naturale, con gli attivi in quantità adeguate, ma sbagliatissimo per le mie esigenze.

Giustamente chi ha un certo modo di pensare, e che ci vede parte di un tutto, dà moltissima importanza alla valutazione di impatto ambientale di una sostanza. Perchè lo dà ad ogni aspetto della sua vita, e vive con coerenza.
Questo è un modo di vedere le cose che rende giustificabile il rifiuto di un prodotto contenente ingredienti con bollino rosso, perchè il rifiuto non si limita ad un cosmetico, ma ad ogni cosa, oggetto, strumento, episodio, valore, che sia in contrasto con una scelta di vita.

Diverso è l'atteggiamento integralista del neofita, che crede di scegliere e invece non pensa, ma si appiattisce sul pensiero altrui. Che poi sono spesso le stesse persone che si lanciano nel cosmetico fai da te combinando rari disastri, pensando di sapere cosa mettono nella crema fatta in casa e certi che "se uso tutte cose con il bollino verde il mio prodotto è migliore di quello di un cosmetologo al servizio delle case produttrici".
Ah si? L'arancio dolce ha due (due!!) bollini verdi: mettetene il 20 % in una crema e poi ne riparliamo. Verde, è verde, però.

Per cui, a nostro modo di vedere, il biodizionario è un eccellente strumento. E come tutti gli strumenti va utilizzato con criterio e discernimento.


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