Il valore di un cosmetico è stranamente espresso in INCI
(nuova unità di misura di qualità).
Tutti parlano di INCI come se fosse l’unica cosa importante
di un prodotto. Intendiamoci, importante è importante, se non altro dà
l’indicazione di come è concepito un prodotto.
Però il rischio è leggere l’INCI e dire: questo prodotto è
una schifezza. E magari è il miglior prodotto sul mercato.
O viceversa, questo INCI mi intriga, ma poi il prodotto si
rivela una ciofeca.
Perché?
Ma perché l’INCI dice un po’ del prodotto ma non tutto.
Intanto non dice quanto c’è in termini quantitativi di ogni
sostanza.
Informazione che ci si augura non venga resa nota al di
fuori delle mura aziendali dal momento che, manifestando le percentuali, anche
di ¾ di formula, la possibilità di copiare viene offerto su un piatto d’argento
alla concorrenza.
Questo significherebbe che anni di ricerca di un’azienda
vanno a farsi friggere fornendo informazioni all’imitatore a costo zero, e
sappiamo benissimo che esistono interi Paesi che campano di questo, e crediamo che
neanche al consumatore italiano faccia piacere rischiare di mettersi addosso
una crema sì formulata in Italia ma poi prodotta chissà dove e chissà come. Non
è un caso che proprio questi Paesi pretendano di dare la licenza di importazione
solo dopo aver consegnato alle Autorità le formula quali/quantitative, il
metodo di produzione e, in casi estremi, addirittura le schede degli
ingredienti rilasciate dai fornitori di materie prime…
Però, al di là della necessità di proteggere la ricerca
aziendale, non è necessario essere Pico de Paperis per capire che le quantità
fanno le differenza.
Esempio pratico: due prodotti con il medesimo INCI di
attivi: (gli emulsionanti e gli additivi sono riassunti con il simbolo [])
Aqua, [], [], [],Butyrospermum Parkii, Centella Asiatica,
[], Hydrolyzed Glycosaminoglycans, Oligopeptide, [], [], [].
Bene.
Solo che il primo è, nella formula quali/quantitativa, il
seguente:
Aqua, [], [], [], Butyrospermum Parkii 4%, Centella Asiatica
3%, [], Hydrolyzed Glycosaminoglycans 1%, Oligopeptide 0,5%, [], [], [].
E il secondo:
Aqua, [], [], [],Butyrospermum Parkii 2%, Centella Asiatica
1,5%, [], Hydrolyzed Glycosaminoglycans 0,5%, Oligopeptide 0,1%, [], [], [].
I due prodotti sono analoghi? NO. Eppure l’INCI è lo stesso.
Inoltre non dice niente del metodo di lavorazione.
Fare un cosmetico è come fare un risotto.
Gli ingredienti sono magari gli stessi, ma il risotto di
Vissani è inimitabile, quello di tua moglie è lungo e fa schifo.
Che differenza c’è? Non gli ingredienti, che sono gli
stessi, come tipologia, come qualità, come quantità.
E’ il tocco dello chef che fa la differenza.
Ma ne fa proprio tanta!
Prendete un gel, un comunissimo gel per capelli. Leggete gli
INCI della casa A e quello della casa B.
Identici.
Solo che uno ha dentro quelle belle bolle che piacciono
tanto alle ragazzine, l’altro è una massa dall’aspetto amorfo.
Quale è fatto meglio?
La massa amorfa.
Perché? Perche le belle bolle sono bolle d’aria, il gel non
è stato sottovuoto abbastanza e un gel per essere a regola d’arte non deve
contenere bolle d’aria. Più sono grandi, più sono numerose, peggio è fatto quel
gel. Senza tenere conto che comprando un vasetto da 50 ml, comprate 45 ml di
prodotto e 5 di aria, ma pagate per 50 ml di prodotto…
Però l’INCI è uguale.
Gli stessi ingredienti sono stati usati male in un caso,
bene nell’altro.
Quindi la valutazione dell’INCI può essere solo preliminare
a tanto altro: la vera prova è…provarlo sulla propria pelle.
I campioni prova, che sono un investimento costoso per le
aziende, sono l’unica vera strada per valutare un prodotto nel suo insieme: un
INCI non dirà mai la texture, la spalmabilità, la gradevolezza (o
sgradevolezza) alla sensazione: basta un millilitro di prodotto per scegliere o
meno un prodotto che magari ha un INCI strabiliante, ma può essere un mattone
inspalmabile o comunque può essere il prodotto sbagliato.
Infatti è ormai raro imbattersi in prodotti veramente mal
fatti e non esiste il prodotto buono o cattivo in assoluto.
Esiste il prodotto giusto o sbagliato.
Per la mia pelle, per il mio problema, per il mio modo di
concepire l’”indossare” un cosmetico.
Siamo quasi 7 miliardi, tutti con una pelle diversa.
E’ impensabile fare un prodotto che vada bene a tutti,
sempre, qualunque sia il suo problema, la sua età, il suo stile di vita, il suo
ambiente.
Però esistono prodotti giusti per tanti. Per tutti, no,
è impossibile.
E dunque non soffermiamoci a guardare solo un elenco di
nomi: lo stesso elenco nasconde il prodotto prefetto per me, ma sbagliato per
la mia amica.
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