Un tempo si credeva che la peculiarità di un cosmetico fosse
nel contenuto, in quello che c’è dentro, negli ingredienti con determinate
attività impiegati.
Per cui si cercava il prodotto a base di X e Y, anche, siamo
onesti, un po’ seguendo le mode.
Tutti pazzi per l’argan, tutti a cercare prodotti a base di
argan.
Avere il prodotto a base di estratto di Pinco è cool? Bene,
tutti vogliono l’estratto di Pinco.
Da un po’ di tempo, invece, si cerca il prodotto senza.
Premettiamo subito, sottolineandolo ancora, che nessun
prodotto cosmetico può contenere ingredienti pericolosi o dannosi per la pelle
e per la salute.
Gli allegati di legge sono chiarissimi ed esaustivi nel dire
ciò che non si può usare o si può usare in determinate condizioni o
percentuali..
E come abbiamo visto, periodicamente tutti gli ingredienti
sono sottoposti a revisione che ne conferma o meno la sicurezza di impiego nel cosmetico.
Un tempo, per dare supporto di veridicità a ciò che si
affermava, si diceva “l’ho letto sul giornale”, poi “l’ho sentito alla radio”,
poi ancora “l’ho sentito in televisione”, adesso “l’ho visto su internet”.
Intendiamoci, Internet è un mezzo straordinario, ma è un
non-luogo dove chiunque può scrivere qualunque cosa su qualunque argomento
anche senza sapere di cosa stia scrivendo.
Inoltre è un mezzo senza confini e censura (giustamente) e
quindi tutto ciò che è scritto su internet è amplificato e rilanciato in pochi
istanti senza le dovute verifiche.
Se possiamo dire che Internet è il tempio dell’onniscienza,
si può altrettanto dire che è il santuario delle bufale.
Tutti, ma proprio tutti, ne abbiamo incontrata almeno una che le nostre conoscenze e competenze ci hanno permesso di identificare come
tale.
Fra gli argomenti più trattati da profani c’è la salute, sotto
tutti i suoi aspetti.
Medicina, chirurgia, terapie, farmaci, “quello che il medico
non ti dirà mai”, “quello che l’industria farmaceutica non dice”, tutto viene
messo sotto accusa, confutato, strillato, ripreso e amplificato dalla sciura
Maria che notoriamente fa il ricercatore al mattino ma poi al pomeriggio va dal
suo medico a farsi prescrivere le analisi del sangue “perché ha il polistirolo alto”.
Naturalmente, in tutto questo, anche il cosmetico è
coinvolto.
Anzi, pare che al mondo i cosmetologi siano circa 4 miliardi.
I rimanenti sono chimici o biologi.
L’idraulico, no, non lo fa nessuno.
Viene pubblicata la notizia che un dato ingrediente
contenuto nei cosmetici è tossico, pericoloso, cancerogeno (!) e a supporto si
porta una ricerca una, fatta dall’University
of Kamchatka, senza però riportare le
ulteriori ricerche (magari tante) di prestigiosi istituti di ricerca
universitaria che hanno dimostrato esattamente il contrario.
Per cui, adesso tutti a gettare la croce addosso, ad
esempio, ai parabeni, ai siliconi e compagnia bella.
Non sono belle sostanze, si può evitare di inserirle nei
cosmetici, c’è di meglio e tanto vale usarlo.
Ma da qui ad accusarli di essere la causa di morti neanche fossero la peste, ne corre.
Ma da qui ad accusarli di essere la causa di morti neanche fossero la peste, ne corre.
Per cui adesso, appunto, si
cerca il senza. Siamo forse tutti campioni di bridge?
Senza parabeni, senza SLES, senza siliconi, senza PEG, senza
questo e senza quest’altro, perdendo di vista il vero contenuto (con-tenuto).
Poiché nella maggioranza dei casi chi formula e produce
cosmetici non è né un attentatore alla salute pubblica, né un incosciente, né
un povero ignorante, per cui se decide di conservare un prodotto con i parabeni
ha i suoi buoni motivi, il legislatore sta intervenendo in modo da evitare che
il consumatore sia fuorviato da certe affermazioni.
Una delle quali è appunto il “senza”.
Escludendo la doverosa informazione “senza profumo” che è
veramente una tutela sanitaria, altri “senza” saranno regolamentati.
Il motivo è molto semplice.
Se io scrivo sul mio vasetto “senza parabeni” faccio
intendere che i prodotti su cui non è scritto li contengano.
E non è detto.
Inoltre faccio intendere che un prodotto senza parabeni sia
migliore di uno con i parabeni.
E non è detto.
Posso addirittura indurre il consumatore a credere che,
siccome io mi perito di informarlo che i parabeni non li uso, questi siano
pericolosi.
E non è scientificamente dimostrato tanto è vero che la
legge li permette.
Poi, uno è libero di scegliere un cosmetico con le
caratteristiche che ritiene più consone o opportune, ma deve poterlo fare come
libera scelta, non con un terrorista appollaiato sulla spalla mentre sceglie lo
shampoo al supermercato.
Piccole (grandi) bufale continua….
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