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domenica 30 settembre 2012

Dosis facit ut venenum non sit



Cosa vuol dire “naturale”?.
Vuol dire che si trova in natura.


La natura, come abbiamo visto, è un grande, immenso, praticamente infinito, insieme di strutture chimiche.

Allora facciamo bene la distinzione fra chimica di sintesi e chimica di derivati naturali.


Le benzodiazepine tal quali si trovano in natura? No, sono un prodotto di sintesi, significa che sono state create dall’uomo sottoponendo altre sostanze a delle reazioni chimiche.

Il petrolio, tal quale, si trova in natura. E’ l’antico petra oleum, l’olio di pietra (perché sgorgava fra le pietre del deserto) noto da secoli e secoli.
Sono i suoi derivati, risultati da manipolazione umana, ad essere di sintesi.

L’olio di oliva si trova in natura? Sì, certo, è solo “nascosto” nel frutto. La spremitura non è una manipolazione, è una tecnica per ottenere qualcosa che già esiste, non è una modifica di una sostanza in un’altra con intervento dell’uomo.

Però, la ricerca di naturale non deve far perdere di vista il fatto che stiamo sempre parlando di molecole chimiche.

Spesso sentiamo dire che si preferisce curarsi con metodi naturali o sostanze naturali, perché si pensa di preservarsi da inconvenienti.

Niente di più falso.

Chi ha studiato farmacologia avrà sentito ripetere fino alla noia che “dosis facit ut venenum non sit” cioè che è la dose che fa sì che una sostanza non diventi un veleno.

Prima dell’avvento della chimica farmacologica di sintesi, le uniche cure disponibili erano i derivati vegetali, l’antico farmacista, lo speziale, era l’erborista che conosceva le piante e i rimedi in esse contenuti.

Per i problemi cardiaci consigliava la digitale, un derivato della Digitalis Purpurea che aveva una dose terapeutica (dose alla quale si ha una certa azione) molto vicina alla dose tossica (dose alla quale cominciamo ad avere un po’ di problemi, un po’ tanti): probabilmente il collega speziale, per qualche milligrammo in più, ha mandato a miglior vita molti più pazienti di quanti riuscisse a curarne,
Certo, meglio prendere un infuso di senna per aiutare l’intestino anziché il bisacodile, però anche con la senna si rischia una notte tormentata.

Quindi deve essere chiaro che non è detto che ciò che è naturale sia per definizione innocuo, così come non è detto che ciò che è di sintesi sia necessariamente pericoloso.

Banalmente, in entrambi i casi, dipende dalla dose.


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